Freiheit für Gino, keine Auslieferung!
Mit großer Sorge habe ich erfahren, dass mein Freund und Genosse Gino letzte Woche in Frankreich verhaftet wurde.
Ho appreso, con grande preoccupazione, che la settimana scorsa è stato arrestato in Francia il mio amico e compagno Gino.
Ilaria: (DeepL Translated)
Offenbar ist es Orbans Ungarn, das seine Auslieferung beantragt und ihn auch beschuldigt, an den Ereignissen am Rande der antifaschistischen Gegendemonstrationen zum neonazistischen "Tag der Ehre" in Budapest beteiligt gewesen zu sein, an jenem berüchtigten Februar 2023, als ich ebenfalls verhaftet wurde.
Gino kam im Alter von drei Jahren nach Italien, wo er sich seit mehr als zwanzig Jahren regelmäßig und ununterbrochen aufhält. Doch aufgrund des systemischen Rassismus in unserem Land wurde ihm die Staatsbürgerschaft verweigert, unter dem Vorwand einiger Polizeiberichte wegen seines großzügigen Engagements als Aktivist in Bewegungen.
Gino ist für mich ein Genosse, ein Freund und ein Bruder. Solidarität ist jedoch nicht nur eine menschliche und persönliche Angelegenheit, sondern auch und vor allem eine politische. Wieder einmal versucht der Tyrann Orban, die Werte des Antifaschismus und der Rechtsstaatlichkeit mit Füßen zu treten.
Mein Fall zeigt deutlich, dass für Gino und alle Antifaschisten in Ungarn weder ein fairer Prozess noch eine die Grundrechte respektierende Haft zu erwarten ist.
Ich hoffe, dass die gleiche kollektive Energie, die mich befreien und nach Hause bringen konnte, auch diesmal die Realität beeinflussen kann.
ITL:
Gino libero, no all’estradizione!
Ho appreso, con grande preoccupazione, che la settimana scorsa è stato arrestato in Francia il mio amico e compagno Gino.
A quanto pare, è l’Ungheria di Orban a richiedere la sua estradizione, accusando pure lui di essere coinvolto in fatti avvenuti a margine delle contro-manifestazioni antifasciste alla “Giornata dell’Onore” neonazista a Budapest, in quel famigerato febbraio del 2023, quando anche io fui arrestata.
Gino è arrivato in Italia quando aveva tre anni, dove ha avuto residenza regolare e continuativa per più di vent’anni. Eppure, per colpa del razzismo sistemico del nostro paese, gli è stata negata la cittadinanza, con il pretesto di alcune segnalazioni di polizia per il suo generoso impegno come attivista nei movimenti.
Gino per me è un compagno, un amico e un fratello. Tuttavia, la solidarietà non è solo una questione umana e personale, ma anche e soprattutto politica. Ancora una volta il tiranno Orban prova a calpestare i valori dell’antifascismo e dello stato di diritto.
La mia vicenda dimostra chiaramente che, per Gino e per tutti gli antifascisti, in Ungheria non è possibile aspettarsi né un processo giusto né una detenzione che rispetti i diritti fondamentali.
Auspico che la stessa energia collettiva che è stata in grado di liberarmi e riportarmi a casa possa incidere sulla realtà anche questa volta.
Ilaria